Il modus operandi era sempre lo stesso. Veniva
contattato attraverso un’inserzione sul giornale locale il primo sabato del
mese: “Vendesi attico da 200 metri quadri a pochi minuti dal centro”. Il costo
esorbitante era seguito da un numero di casella postale. In cambio dei dati
della propria banca per l’accredito di quanto indicato nell’annuncio e di un
numero di telefono, il committente gli comunicava dove e quando la vittima
sarebbe stata sicuramente avvicinabile. Solo allora, e non prima, gli arrivava
sul cellulare la foto e il nome della persona da uccidere.
Lo chiamavano l’infallibile killer perché non
sbagliava mai un colpo. Era un vero professionista, il migliore sulla piazza.
Non lasciava né tracce né testimoni, e la polizia non era mai riuscita a
catturarlo, né tanto meno risalire al mandante.
Anche questa volta, aveva seguito le istruzioni
ricevute, ed ora era seduto accanto al corridoio, in un posto prenotato con
falso nome, nel primo scompartimento del secondo vagone, di un treno diretto in
Liguria.
Con apparente disinteresse cominciò ad osservare i
compagni di viaggio seduti nel suo scompartimento.
Di fronte a lui un ragazzo con i capelli ricci e
occhialini tondi leggeva un manuale sul mercato azionario, più a destra sedeva
una signora anziana pesantemente truccata e avvolta in un enorme scialle;
accanto al finestrino stava una donna sciatta e informe con una borsa di tela
dalla quale spuntava un netbook.
Accanto a lui sedeva un signore con capelli lunghi e
biondi, abbronzatissimo, in giacca e cravatta e più in là, vicino al
finestrino, un uomo con un bastone, folta barba nera, felpa scolorita e costose
calzature.
Fra poco avrebbe ucciso uno di loro.
Quando sentì la vibrazione nella tasca, emise un
lungo sospiro mentre gli occhi si posavano ancora una volta sulle possibili
vittime. Era arrivato il momento. Prese il cellulare e lo guardò. Ma questa
volta, una leggera esitazione gli imperlò la fronte. Non c’era nessuna foto ma
solo un messaggio: “Sei caduto nella trappola. Leggendo il messaggio hai
rivelato la tua identità. Adesso so chi sei e ti ucciderò come hai fatto con
mio fratello!”.
Tra le cinque persone
presenti nello scompartimento, una sicuramente aveva inviato il messaggio e lo
voleva morto. Ma chi?
Il treno entrò in una
lunghissima galleria e tutto si oscurò. Quando la luce tornò l’uomo biondo
abbronzatissimo giaceva a terra
con un coltello conficcato nel petto.
L’infallibile killer nel
frattempo aveva lasciato lo scompartimento dirigendosi all’ultimo vagone, in un
posto prenotato a suo nome, con un aspetto totalmente diverso. La polizia non
avrebbe potuto collegarlo al delitto.
Compiaciuto per la sua
memoria eccezionale, l’infallibile killer sorrise. Per ogni persona uccisa,
preparava un dettagliato dossier contenente anche le foto dei familiari e non
aveva avuto dubbi su chi fosse, tra loro, il fratello di una sua vittima. Eh
sì, nessuno poteva fermarlo: l’infallibile killer avrebbe ucciso ancora.
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