Racconti gialli in tre minuti
domenica 16 ottobre 2011
TERZO CLASSIFICATO: MARCO PROSERPIO, Van Gogh
Prima o poi questo momento doveva arrivare. Arriva per tutti, amore. Il momento di essere distesi, dentro una bara imbottita, con i parenti intorno che ti guardano. Se sei ridotto male, ti gettano solo un’occhiata appena entrati, poi il loro sguardo va da un’altra parte.
Ma a te non è successo, amore mio. Tutti ti stanno ammirando. Sembra davvero che tu dorma, con quel sorriso sereno sul volto. Sei così bella. Mi viene voglia di baciarti.
Nostro figlio ti ha comprato dei fiori bellissimi. Sono profumati. Povero ragazzo, lo vedo che è stravolto. Ma cosa potrei fare per lui?
Ti hanno messo anche un rosario tra le mani. Lo sappiamo tutti che tu non credevi in Dio. Ma va bene così. Tra un minuto arriverà il prete. Dirà una preghiera. Tutti risponderanno con voce sommessa. Poi il funerale. La messa. Il cimitero. L’operaio che sigilla la fossa.
Quanta gente è venuta qui in casa nostra, oggi. Ti conoscevano in tanti. Ci sono anche i nostri vicini. Anche quel pezzo di merda del piano di sopra. Quello che ti ha ucciso. Sì, cara, non preoccuparti, so tutto. Aveva scoperto che il quadro appeso in soggiorno era un autentico Van Gogh. Non so come l’abbia intuito. Spero che non gliel’abbia detto tu. Se anche fosse, però, ti capisco. Tutti questi lunghi pomeriggi in casa da sola, le sere che non passavano mai, la vita da pensionata: quando quello stronzo ha suonato alla porta per la prima volta, il tuo cuore ti avrà ringraziato.
Ma oggi non è il giorno delle recriminazioni. In questa casa siamo stati bene anche noi. Abbiamo avuto anche noi la nostra dose di giorni felici. O almeno sereni.
Sento del movimento in corridoio. E’ arrivato il prete.
Ok, amore, mi sa che ci siamo. Apri gli occhi. Svegliati. Perché mi guardi così? Sono io, stai tranquilla. Ti sembro più giovane di quando sono morto? Significa che a te fa piacere ricordarmi così. No, nessun altro qui dentro mi può vedere. E nessuno vedrà nemmeno te, mentre esci da quella bara. Continueranno a vederti distesa. Mentre sorridi.
Dai, salta giù. Brava. E adesso andiamo.
Niente paura: abbiamo entrambi un posto prenotato ai piani alti. Anche se non credevi nel Capo. Dicevi che non esisteva. Ma lui è fatto così…
Ora seguimi.
Lo so. Vorresti strangolare quel bastardo che ti ha ucciso. Guardalo lì, con quel ghigno ebete. Pensa di avere fatto il colpo perfetto. Ti ha avvelenato. Non ci sarà nessuna indagine.
Ma sai cosa ti dico? Lascialo fare. Lascialo tornare nel nostro appartamento a staccare il Van Gogh dal muro. Poi però noi torneremo da lui. Tutte le notti. Finche vivrà. Sussurri... Ombre sul muro… Ho già in mente tutto.
Lo faremo impazzire di paura. Sarà uno sballo. Fidati, il Capo è simpatico: certe cose, se è per una buona causa, le lascia fare.
Credimi, amore, ci divertiremo. No, non da morire; ma da FAR morire!
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