Racconti gialli in tre minuti



In occasione della decima edizione del festival di narrativa poliziesca La passione per il delitto - dal 25 settembre al ottobre 2011 - in collaborazione con la libreria Area Libri di Seregno, è stata organizzata la seconda edizione del CRIME STORY SLAM: una gara di brevi racconti, in cui una giuria ha selezionato 15 finalisti tra tutti i racconti partecipanti. Domenica 9 ottobre, gli autori si sono sfidati sul palco leggendo i loro racconti, fino alla proclamazione del vincitore assoluto determinato dai voti della giuria in sala.

domenica 16 ottobre 2011

Fatima Cardoso - Un pericoloso passatempo


È cosa nota, che i dottori devono mantenere il segreto professionale riguardo
i propri pazienti; fatta eccezione per me e per Raul, e per chiunque altro
creda che l’amicizia non si sottoponga alle regole.
Io e il mio amico Raul siamo cresciuti giocando insieme nello stesso cortile,
abbiamo frequentato le stesse scuole e ammirato le stesse ragazze. Poi Raul è
andato all’Università e io ho proseguito il mestiere di mio padre. Lui si è
laureato in Psicologia e io ho continuato a tenere aperto il panificio di
famiglia. Le nostre strade si sono divise, oggi Raul è un dottore e io un
commerciante, ma la nostra amicizia continua, accomunata dalla passione per la
pesca e per i piedi femminili. Ci piace parlare di questi ultimi mentre
aspettiamo che i pesci abbocchino all’amo. A volte, tuttavia, capita una
giornata di pesca più lunga delle altre; i pesci sembrano sazi e la voglia di
tornare a casa scarseggia. Si cede allora a una rilassante inerzia che invoglia
a un chiacchierio sommesso e che finisce per strapparti pensieri di cui non
conoscevi l’esistenza.
Quel fine pomeriggio eravamo sulla sponda orientale del lago di Como, dalle
parti di Torno, e mentre speravamo che qualche scardola afferrasse l’esca, Raul
mi raccontava di un suo paziente, un ricco industriale lariano paranoico, che
aveva frequentato il suo consultorio per diversi mesi. Nelle ultime sedute il
Signor Baralli aveva spesso affermato che si sentiva costantemente
perseguitato, e la sua idea fissa era che la moglie lo volesse uccidere.
<<Un pomeriggio Baralli è mancato al nostro appuntamento settimanale>> disse
Raul, <<e il giorno dopo, sul quotidiano, ho letto della sua morte: era stato
ucciso dalla moglie. L’articolo spiegava che a metà pomeriggio, più o meno all’
ora in cui doveva venire da me, in una improvvisata, Baralli era andato a casa
e aveva trovato la moglie a letto con l’autista. Il ragazzo era scappato mentre
Baralli prendeva la rivoltella che teneva nel cassetto del suo comodino,
inseguendo la moglie fino in cucina dove le aveva sparato, sbagliando il colpo.
La donna, prendendo un coltello dal cassetto, l’aveva colpito al cuore. Subito
dopo aveva chiamato i poliziotti, ma  al loro arrivo il marito era già morto. L’
autista si è presentato dicendo che quella mattina Baralli gli aveva detto di
non venire a lavorare e quindi lui ne aveva approfittato per andare a trovare
la moglie dell’industriale, con cui intratteneva uno stretto rapporto, perché
sapeva che quel pomeriggio Baralli aveva l’appuntamento con il dottore e
sarebbe rientrato tardi.>>
<<Che brutta fine. Conoscevi la moglie di Baralli?>>
Molti dei pazienti di Raul erano persone che frequentavano sua zia Carla,
moglie di un facoltoso lecchese e sorella di sua madre.
<< Una donna di rara bellezza. Miranda. Possiede i piedi più belli che io
abbia mai visto>> rispose Raul senza smettere di fissare lo specchio d’acqua
del lago. Poi continuò: <<La polizia era venuta da me… sospettavano di Miranda
e del suo amante, evidentemente c’era qualcosa che non quadrava, ma non sono
mai riusciti a provare la loro complicità. Gli ho raccontato quel poco che
sapevo… non sono stato di grande aiuto. C’era un elemento discordante: la
chiamata di Baralli all’autista, in cui l’industriale diceva all’impiegato di
non presentarsi al lavoro. La polizia non è riuscita a rintracciare la
chiamata. Nonostante questa piccola magagna, alla fine, hanno chiuso il caso.
Non sono riusciti a capire che era stata Miranda a mettersi d’accordo con il
marito per l’incontro di quel pomeriggio e poterlo uccidere con l’aiuto dell’
autista. È tutto andato come nei piani di Miranda.>>
Il resoconto di Raul mi stupì. Era strano che lui fosse a conoscenza di quelle
informazioni. <<Come fai a sapere tutte queste cose? >> gli chiesi.
Lui mi fissò con uno sguardo confuso. Poi, piano, i suoi occhi divennero
sempre più freddi. Mi spaventai. Non conoscevo quell’espressione sul viso di
Raul. Nel suo sguardo leggevo rabbia e stupore. Conscio di aver commesso un
errore imperdonabile, Raul abbassò la testa. Passarono alcuni secondi, mentre
intorno a noi il lago taceva. Poi Raul mi guardò, e nei suoi occhi vidi la mia
fine.
In un lampo, prima che io potessi muovermi, come un serpente che afferra la
sua preda con un balzo, Raul allungò le braccia e strinse le sue dita d’acciaio
intorno alla mia gola. Ero paralizzato. Raul e io eravamo amici, ma ora capivo
di non averlo mai conosciuto veramente. Intanto la sua mano mi strozzava la
gola e io faticavo sempre più a respirare. Sentivo il viso pulsare. Iniziai a
dibattermi, a cercare di colpirlo sul viso con i pugni serrati, ma Raul era
molto più forte di me, lo era sempre stato. Sentivo le mie forze venire sempre
meno. La sua presa non mollava, e io non respiravo più.
<<È colpa di questo sport maledetto. Bisognerebbe andare a pesca sempre da
soli.>>
La voce del mio grande amico Raul è diventata un bisbiglio lontano e in quel
momento ho perso i sensi. Ho sentito che lui afferrava il mio corpo, lo
spingeva fuori della barca e lo gettava nell’acqua del lago.  Prima che tutto
diventasse buio ho pensato che da una parte potevo capire Raul e il suo
desiderio di accontentare un paio d’irresistibili piedini femminili. Mi sono
venute in mente le parole di Groucho Marx: “Amo è una parola pericolosa per l’uomo e per i pesci.

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