Racconti gialli in tre minuti



In occasione della decima edizione del festival di narrativa poliziesca La passione per il delitto - dal 25 settembre al ottobre 2011 - in collaborazione con la libreria Area Libri di Seregno, è stata organizzata la seconda edizione del CRIME STORY SLAM: una gara di brevi racconti, in cui una giuria ha selezionato 15 finalisti tra tutti i racconti partecipanti. Domenica 9 ottobre, gli autori si sono sfidati sul palco leggendo i loro racconti, fino alla proclamazione del vincitore assoluto determinato dai voti della giuria in sala.

domenica 16 ottobre 2011

Dario Fazzini - Notte in Aspromonte


Il buio della notte era ben percepibile dentro il vecchio capanno di
legno, amplificato – se possibile – dalla brutta luce bluastra della lampada al
neon che ronzava stanca sopra il banco degli attrezzi polveroso e malmesso.
Poco oltre la stradina sterrata inquieti versi arrivavano dalla porcilaia.
Eppure la notte sull’Aspromonte era splendida, fresca e chiara.
Innumerevoli vicinissime stelle aiutavano una luna bianchissima a illuminare
d’argento l’ampia vallata, mentre le cime dei faggi dondolavano fruscianti sotto
un vento teso che arrivava dal mare,  regalando a quella terra una gentilezza
inconsueta.
Ma l’uomo era indifferente a tutto questo, concentrato
nell’osservazione del grosso sacco di juta finalmente immobile che già da un po’
aveva smesso di urlare. Per sicurezza assestò un ultimo colpo con la pesante
mazza da fabbro. Ogni tanto la famiglia gli portava un sacco e lui sapeva già
cosa farci senza chiedere nulla. I maiali completavano l’opera. Così poteva
continuare a occuparsi degli animali che teneva qui a mezza costa. Il mondo era
un posto complicato dove troppa gente parlava e pochi facevano. Lui voleva
solo una vita tranquilla e faticosa.
Slacciò il sacco e un braccio scivolò fuori. Al polso un orologino di
plastica con dei fiorellini dai colori vivaci. Aveva già capito dalle grida di aiuto
disperate - Mamma! - che si trattava di un ragazzino. Come al solito andò alla
ricerca di oggetti di valore prima di dirigersi verso la porcilaia. La catenina d’oro
attirò la sua attenzione. Il vento smise di soffiare e il buio divenne tenebra.
L’uomo ora sedeva fuori, su un tronco. Non avrebbe saputo dire da
quanto tempo stesse osservando quella catenina. Erano otto anni che non la
vedeva. La madre gli aveva portato via il figlio senza dirgli nulla. E lui nulla aveva
fatto per ritrovarli. Dopotutto nessuno sapeva che quello era figlio suo e
nessuno gli aveva quindi fatto domande. Quella donna faceva sempre discorsi
strani, che lui non capiva, sul mondo e sulla giustizia. Ma che ne sapeva lei del
mondo? Non era lei che aveva da sfamare un figlio! Partì senza dirgli nulla.
Arrivarono subito i carabinieri e portarono via suo cugino Cosimo ‘O Animale.
Sapevano già dove trovare il nascondiglio segreto nella casa che lei aveva
appena lasciato. Non sarebbe più tornata. E lui non avrebbe mai più rivisto suo
figlio. E neppure la sua catenina.
La luce si fece piano quella dell’alba e il vento smise di soffiare. L’aria
conteneva già la promessa di quel calore feroce che di lì a non molto avrebbe
asciugato ogni ombra. Si scosse dai suoi pensieri. Di sicuro la famiglia non aveva
idea di chi davvero fosse quel ragazzino. Non gli avrebbe mai chiesto tanto. Ma
non si dimentica chi tradisce.
Si alzò per tornare verso il capanno. Raccolse da terra la mazza e aprì
una porta seminascosta nella parete dietro il banco degli attrezzi. Accese la
piccola lampada che pendeva dal soffitto di legno. Con la mano rimasta libera
aprì il secondo sacco che gli era stato consegnato nella notte. 
Guardò il viso segnato dal pianto della donna.
Quel sacco non avrebbe urlato. 
“Addio, Stella”. 

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