La bomba esplose nella notte tra il venerdì e il
sabato. La deflagrazione fu sentita dall’intero quartiere. La saracinesca del
negozio era tutta scardinata dal grande botto. Manichini e capi di vestiario
tutti bruciati.
Fino a poche ore prima erano tutti in bella mostra
in vetrina. La moglie del titolare, la signora Rosa, era prontamente accorsa
indossando una pelliccia di visone sopra la camicia da notte. Asciugandosi gli
occhi disse al commissario trovato sul posto “Tutto il nostro lavoro è andato
in fumo, era una prestigiosa boutique. Per fortuna mio marito non c’è, è a
Milano per affari urgenti. Perché lui tutti i venerdì notte viene a preparare
le vetrine. Meno male che siamo assicurati, perché il danno è ingente”.
“Avevate subito ricatti?” le chiese il commissario
“Qualche volta, forse era meglio pagare!
Tra la folla accorsa si fece avanti una ragazza.
“E’ Lisa - disse la signora Rosa – una dei miei commessi, anzi ex, si è
licenziata la scorsa settimana. Abita nel palazzo di fronte”.
“Ho trovato un lavoro che mi consente di sfruttare
la mia laurea in chimica“ rispose la ragazza.
I vigili del fuoco spento l’incendio, trovarono
nello studio sul divano due corpi nudi sotto una catasta di vestiti bruciati.
L’uomo era sfigurato mentre la donna accanto a lui, protetta dal suo corpo, era
chiaramente riconoscibile nella vetrinista che lo sostituiva quando lui aveva
impegni di lavoro.
“E’ il signor Nino” disse la commessa prima di
svenire.
“Non l’avrei riconosciuto se non per un
particolare – disse la signora Rosa perdendo i sensi.
“Non ha mai avuto sospetti? – disse il commissario
quando rinvenne.
“No, ci amavamo tanto, è sempre stato affettuoso,
eravamo sempre insieme, usciva solo al venerdì sera per fare le vetrine. Adesso
so che mi tradiva”.
Identificati i corpi, notarono che l’uomo aveva
tatuato un cuore in un punto intimo della persona.
“Perché l’hai fatto?” disse il commissario a Lisa.
Dopo ore di interrogatorio la ragazza messa alle strette sfinita parlò.
“Il mio datore di lavoro era un donnaiolo, ci
provava con tutte. Con me aveva promesso di sposarmi dopo il divorzio. Ora
voleva risarcirmi con dei soldi. Aveva assunto la vetrinista per stare più
tempo con me, ma volubile com’era si è innamorato di lei. Ho messo io la bomba,
visto che sono una chimica, nell’ora che sapevo stava con lei, pensando di
attribuire l’attentato alle tangenti”.
Sei stata una stupida, pensò il commissario. Non
avrei mai sospettato di te, se tu non avessi riconosciuto il tatuaggio sul
corpo del tuo ex amante. E’ stato il riconoscimento a farmi avere i primi
sospetti.
Lo pensò, ma non disse niente, in fondo gli faceva
pena.
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