Racconti gialli in tre minuti



In occasione della decima edizione del festival di narrativa poliziesca La passione per il delitto - dal 25 settembre al ottobre 2011 - in collaborazione con la libreria Area Libri di Seregno, è stata organizzata la seconda edizione del CRIME STORY SLAM: una gara di brevi racconti, in cui una giuria ha selezionato 15 finalisti tra tutti i racconti partecipanti. Domenica 9 ottobre, gli autori si sono sfidati sul palco leggendo i loro racconti, fino alla proclamazione del vincitore assoluto determinato dai voti della giuria in sala.

domenica 16 ottobre 2011

Elena Glorini - MMS


Aveva pensato a tutto nei minimi dettagli. Non aveva lasciato impronte nell'appartamento, aveva ucciso facendo sembrare accidentale la morte dell'anziana vicina di casa, era riuscita ad impossessarsi dei gioielli e dei risparmi nascosti nella credenza del soggiorno e soprattutto si era procurata un alibi inattaccabile. Il delitto perfetto.
Sicuramente la polizia avrebbe interrogato tutti i condomini per verificare se qualcuno avesse visto o sentito qualcosa di sospetto provenire dall'appartamento di Matilde Galante in quel tardo pomeriggio di agosto, ma, quando sarebbe arrivato il suo turno, lei era pronta a recitare la parte che aveva preparato con cura. Inoltre aveva nascosto la refurtiva in un posto sicuro, da cui l'avrebbe recuperata dopo qualche tempo, appena le acque si fossero calmate.
Fu distolta dai suoi pensieri dal trillo che annunciava l'arrivo di un nuovo messaggio sul cellulare. Si trattava di un MMS. Guardò l'immagine incuriosita e sul suo viso spuntò un'espressione prima incredula poi di terrore. La foto riproduceva il suo incontro del pomeriggio a casa della vecchia Galante. Era stata scattata da un'angolazione particolare, come se la persona intenta a fotografare fosse distesa sul pavimento, oppure seduta per terra, in ogni caso sembrava essere bassa di statura. Un bambino, ipotizzò. Controllò il mittente: la sua amica Anita, che abitava nel palazzo di fronte. Probabilmente uno dei figli piccoli aveva iniziato a giocare con il cellulare della madre, scattando foto dal balcone e immortalando per caso l'incontro che lei aveva pianificato con tanta cura. Per uno strano scherzo del destino aveva poi inviato la foto ad uno o più nominativi presenti sul cellulare; inutile sperare che l'avesse casualmente inviato solo al suo.
Ormai non aveva scampo, il suo alibi era crollato; settimane di preparativi vanificati da un gioco che aveva firmato la sua condanna.
Quando la polizia suonò alla sua porta per i controlli di routine, aveva ancora il cellulare tra le mani e un'espressione di terrore sul volto.

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