Una scala ripida, i gradini mezzo sgretolati.
Ogni tanto il passo diventava più alto perché il gradino mancava del
tutto.
Era buio.
Un traballante chiarore segnava il percorso; da dietro l’uomo teneva in
mano una torcia e respirava.
Respirava attesa e desiderio per lei, che si sentiva allegra e leggera.
Che sapeva le sue intenzioni.
Voleva sorprenderlo, voleva entrargli nell’anima. Per svuotarlo.
Lui le aveva detto di quella torre cinquecentesca, una delle tante che
punteggiavano la costa salentina.
Lui era quello giusto…lei lo sentiva.
Somigliava così tanto a suo padre: affascinante ed egoista, che da lei
aveva sempre preteso tanto. Anzi tutto!
Quel padre che l’aveva divorata, nutrendosi lentamente della sua anima
come un avido cannibale.
Si muovevano entrambi nella luna tonda e luminosa che custodiva il ritmo
dei loro respiri.
Quello di lui profondo e irregolare. Quello di lei corto e controllato.
Il vestitino rosso a pois bianchi, svolazzante nell’aria notturna,
svelava cosce morbide e abbronzate.
E lui sapeva, più su, dell’attaccatura dei glutei, tondi e sodi.
Sapeva anche del suo seno prosperoso, là voleva affondare. Dentro di lei
voleva perdersi da tutto e da tutti. Era stanco; davvero. Troppo lavoro, troppi
problemi, pressioni, sbagli e troppa debolezza per continuare a nasconderli. Avrebbe
voluto nascondersi anche da se stesso.
E il corpo di lei era perfetto per farlo. Un luogo segreto dove far
decantare la sua anima assuefatta alle lordure quotidiane .
Lei, una giovane donna mediterranea, stravagante ed ingenua
che….stanotte poi con quei guanti lunghi lo eccitava alla follia!
Lui aveva finto coccole e tenerezze, eppure ancora non aveva ceduto.
Ma i tempi erano maturi, questa era la notte giusta. L’ultima.
Poi le vacanze sarebbero finite e si sarebbe allontanato ancora una
volta dalla sua terra arida e povera,
da cui però non riusciva ad andarsene mai veramente.
Lei è stordita dall’odore selvaggio del mare di notte e dagli occhi di
lui che penetrano il suo corpo.
Ecco l’ultimo gradino. Si ferma davanti alla porta scardinata e
appoggiata ad una parete dell’unica stanza fatiscente in cima alla torre.
Entrano. Muri che raccontano di disperazione, sesso e goliardia
accolgono la loro ansia ormai incontenibile.
Lui appoggia la torcia sul pavimento sporco. Un cono di luce, come un
faro impazzito, illumina un punto scrostato del soffitto.
Lei è vicina, lui l’ afferra, con prepotenza la bacia, le invade la
bocca e poi la morde.
Lei grida, le esce sangue dal labbro.
Ora basta….è stanca di far finta di resistere.
Gli stringe le mani e gli gira le braccia dietro la schiena. Lo spinge
contro una parete. Lui sussulta, non credeva che fosse così forte. Lei si
abbassa, senza mai staccare le mani dalle sue e lo fa godere con la bocca, ma
gemendo e sospirando gli promette molto di più. Poi lo atterra e comincia a cavalcarlo.
Ombre sinistre danzano intorno a loro. Lei è silenziosa e abilissima.
Vengono insieme, in un amplesso liberatorio e violento, che li sazia.
Lei si alza agilmente ed esce.
Un corridoio intorno alla stanza è circondato da un alto cornicione.
Lei sale, una fresca tramontana le spettina i lunghi capelli, la testa
reclinata indietro, gli occhi chiusi. Ride.
Lui la segue, si unisce alla sua allegria. Ma lei improvvisamente non
ride più, diventa seria, lo invita a salire sul cornicione. Dopo qualche
esitazione lui si convince ad assecondarla in questa burla infantile. Lui sale,
lei scende. Gli afferra le gambe e lo tiene fermo. Lui inizia ad irrigidirsi,
non gli piace più questo gioco.
Le mani di lei si ancorano alle sue caviglie.
Un lampo di paura si incastra nella ragnatela dei suoi occhi…..forse sta
sognando. Suoni confusi sgomitano per uscirgli dalla bocca, ma restano
intrappolati in gola.
Lei, un’icona in volto, con le sue manine guantate gli tira forte i piedi.
Il baricentro del bacino è fuori asse. Cadrà, è assolutamente
consapevole, ma nonostante ciò il suo corpo non si arrende ed attua tutti i
meccanismi di sopravvivenza: le braccia si muovono frenetiche in cerca di
un appiglio, così anche le gambe,
l’adrenalina gli avvampa il cuore e sale veloce al cervello.
Poi è silenzio, sta volando. E’ meraviglioso!
Ha posseduto quella donna, è entrato nel suo ventre, lì si è annidato, credendo
di essere al sicuro.
Lei attraversa tranquilla la stanza che profuma ancora di sesso. Una
serena calma le invade il cuore.
Si è liberata di un altro come suo padre.
Scende
silenziosamente la ripida scala, mentre il corpo di lui tonfa al suolo ed
esplode come un fuoco d’artificio.
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