Virginia Magni - Giallo

SONO NATA IN UNA CASCINA E PER RAGGIUNGERE IL PAESE OCCORREVA ANDARE A PIEDI , A VOLTE SE SI ERA FORTUNATI SI POTEVA USARE LA BICICLETTA. POICHE' ERAVAMO TANTE RAGAZZE, CI MUOVEVAMO TUTTE INSIEME O QUASI IN QUANTO A VARI GRUPPETTI AVEVAMO LA STESSA ETA' E QUINDI LE STESSE ESIGENZE. ( ANDARE A SCUOLA OPPURE NEI GIORNI FESTIVI ALLA MESSA O ALL'ORATORIO) QUESTA NOSTRA CASCINA ERA ANCHE PARZIALMENTE CIRCONDATA DA UN BOSCO ATTRAVERSATO DA UN SENTIERO CHE NOI USAVAMO MOLTO CON NON POCHI PROBLEMI . OCCORREVA SEMPRE PARTIRE DA CASA CON UN PAIO DI CIABATTE O SCARPE DISMESSE E PORTARE IN MANO POI LE SCARPE GIUSTE PER ANDARE IN PAESE. DOPO AVER ATTRAVERSATO IL BOSCO CAMBIAVAMO LE SCARPE METTENDO QUELLE DI SERVIZIO SU UNA FINESTRA CHE GENTILMENTE CI ERA STATA MESSA A DISPOSIZIONE DA UNA SIGNORA. QUESTO SENTIERO CI METTEVA APPRENSIONE. DOVEVAMO ATTRAVERSARLO SEMPRE IN COMPAGNIA E NATURALMENTE PRIMA CHE IL SOLE SCENDESSE. PENSO CHE SIA STATO UN TORMENTO CHE HA ACCOMPAGNATO TUTTE NOI RAGAZZE E CHE ABBIA ANCHE TURBATO NON POCO I NOSTRI SONNI. INFATTI MI E' CAPITATO PARECCHIE VOLTE DI SVEGLIARMI NEL CUORE DELLA NOTTE ANGOSCIATA PER IL RITORNO A CASA ANCHE A DISTANZA DI ANNI. MAN MANO CHE SI CRESCEVA E CHE LE ESIGENZE DI STUDIO E LAVORO CAMBIAVANO OCCORREVA ORGANIZZARCI IN ALTRI MODI . MI RICORDO CHE SE SI ASPETTAVA IL RITORNO DI UNA SORELLA AD UNA CERTA ORA SI SALIVA SULLA LOBBIA COMUNE DALLA QUALE SI INCOMINCIAVA A SCRUTARE DALL'ALTO DELLA COLLINA E DOPO AVERLA ADOCCHIATA ACCOMPAGNARLA CON LO SGUARDO E CON LA VOCE FINO A CHE NON SCENDESSE AD ATTRAVERSARE IL BOSCO. C'ERA UNA ROGGIA CHE PASSAVA E QUINDI UN PICCOLO PONTICELLO . PERSONALMENTE MI RICORDO CHE QUANDO ERO SOLA E CHE DOVEVO FARE RITORNO, MI IMPENSIERIVO E VALUTAVO L'ORA PRIMA DI AFFRONTARE IL SENTIERO. SE INIZIAVA L'IMBRUNIRE MAGARI CAMBIAVO IDEA E FACEVO UN GIRO MOLTO LUNGO A PIEDI PUR DI EVITARLO UNA VOLTA INVECE RACCOLTO IL CORAGGIO, SI INCOMINCIAVA A CAMMINARE VELOCEMENTE AL PRIMO PEZZO PERCHE' ERA ACCOMPAGNATO SOLO LATERALMENTE DALLE PIANTE PER CUI SE C'ERA QUALCUNO SI POTEVA SGORGERE . IMBOCCANDO IL BOSCO DIVENTAVA TUTTO SCURO SI INIZIAVA A CORRERE FINO GIU' AL PONTICELLO, POI RISALIRE SEMPRE DI CORSA FIN QUANDO LE PIANTE SCOMPARIVANO E SI RIVEDEVANO I PRATI.A QUESTO PUNTO SI AVEVA SEMPRE LA SENSAZIONE DI ESSERE AFFERRATE ALLE SPALLE ALL'ULTIMO SECONDO. NON SUCCESSE MAI NULLA DI TUTTO QUESTO, TRANNE UNA VOLTA. ERAVAMO UNA DECINA DI RAGAZZE CHE CI ERAVAMO ATTARDATE PER VIA DI UN CINEMA A NOTTE FONDA A QUEI TEMPI .ERANO LE 22,30 CIRCA . C'ERA LA LUNA PIENA. QUATTE QUATTE IMBOCCAMMO IL BOSCO TUTTE IN FILA INDIANA. ANCHE DI NOTTE LO CONOSCEVAMO A MEMORIA . LE PIU' PAUROSE SGATTAIOLAVANO AL CENTRO DELLA FILA . PARLAVAMO E ANCHE CANTAVAMO PER CACCIARE LA PAURA. AD UN CERTO PUNTO, PROPRIO SUL PONTICELLO VEDEMMO DUE SAGOME MASCHILI FERME A MO' DI STATUA . NON VI DICO CHE BRIVIDO CI PERCOSSE. SCESE UN SILENZIO E UDIMMO SOLO I NOSTRI PASSI VELOCI . OGNUNO TENTAVA DI TOCCARE LA MANO DELL'ALTRA PER RASSICURARSI. NON RICORDO SE AVESSIMO DELLE TORCE MA LE STESSE CHE AVEVAMO IN GENERE ERANO ABBASTANZA FLEBILI. FORTUNATAMENTE NON SUCCESSE NULLA E QUANDO OLTREPASSAMMO LE DUE SAGOME CI FUN UN VOLO LETTERALE DI NOI TUTTE CHE CI RIPORTO' A CASA IN UN BALENO! OGNI TANTO RIPASSO QUEL BOSCO E PENSO : CERTI LUOGHI SONO COSI' INFELICI ANCHE A DISTANZA DI TEMPO!