Era lì da più di 6 ore in
attesa, aveva fatto molti sopralluoghi per verificare le condizioni in cui si
sarebbe trovato e per valutare tutte le
possibilità; era un tipo che non amava le sorprese, o meglio, nel suo
lavoro non erano ammesse sorprese e lui era considerato il migliore perchè
abituato a pianificare nei minimi dettagli per non lasciare spazio al caso.
L'attesa era il momento
più critico perchè il pensiero del momento decisivo, che si riduceva a
pochissimi secondi, rischiava di far aumentare il nervosismo a scapito della
concentrazione e far arrivare a
quel momento con scarsa lucidità e sangue freddo. Quanti ne aveva incontrati
più bravi tecnicamente di lui e dotati di maggiore precisione, ma dopo ore di
attesa tutta la tecnica e la precisione acquisite svanivano per il nervosismo
accumulato.
A lui non succedeva, lui
aveva trovato un metodo infallibile: durante l'attesa giocava con i metagrammi;
partiva da una parola e cambiando una lettera alla volta arrivava ad un'altra
parola con il minor numero di cambi possibili. Anche per questo era considerato
il migliore, qualunque fosse l'attesa, con questo metodo liberava la sua mente
e rilassava il suo corpo e quando il momento decisivo si avvicinava il corpo si
metteva docilmente in posizione e la concentrazione era al massimo in quei
pochi secondi che aveva a disposizione.
Non aveva mai fallito.
Ecco... il momento si avvicina, interrompe il
gioco, il corpo risponde con precisione ai comandi, la concentrazione è al
massimo, il respiro rilassato.
All'improvviso, in un
angolo del suo cervello si insinua un pensiero, lo ricaccia indietro con forza,
si ripete che le persone come lui in quel momento non sono pagate per pensare
ma per agire con velocità e precisione.
Ma il pensiero si
riaffaccia con forza, è l'ultimo metagramma che stava componendo, non riesce a
liberarsene; per scaramanzia aveva voluto partire dalla parola “paura”, e
proprio la paura di perdere la concentrazione lo obbliga ad una pausa, si
riprende perchè l'inquadratura gli è parsa perfetta, ma ormai la concentrazione
è persa... il bersaglio è perso.
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